Il cortometraggio “Restare” di Fabio Bobbio si distingue per un’affascinante fusione di cinema d’autore europeo e narrazione di una determinata geografia. Ambientato nella provincia di Canavese, tra Torino e Ivrea, il film offre uno sguardo delicato e reale sulla vita di giovani cresciuti in un contesto periferico, ma con uno sguardo rivolto all’universalità delle emozioni e delle relazioni.
Il regista sottolinea come il paesaggio rurale e i silenzi siano elementi fondamentali nel creare un’atmosfera di sospensione emotiva. “In costante bilico tra il bisogno di ancorarsi e la necessità di andare via“, questa dicotomia è riflessa nelle scelte visive e di montaggio del film. Bobbio spiega come il film sia attraversato da un doppio filo: da un lato, il richiamo al cinema d’autore europeo, fatto di silenzi, gesti quotidiani e sfumature, dall’altro una volontà di rappresentare la provincia italiana, spesso poco trattata nel cinema contemporaneo.
“Restare” indaga il senso di appartenenza di due ventenni, Sara e Denni, cresciuti in provincia e alle soglie dell’età adulta. Il regista evidenzia come la realtà provinciale sia caratterizzata da vincoli spaziali e temporali, ma anche da un mondo digitale che amplia le possibilità di connessione e comunicazione. Questa tensione tra isolamento fisico e possibilità virtuali genera un conflitto che il film affronta con spiccata sensibilità estetica e narrativa.
Bobbio, professionista del montaggio e insegnante, mette in luce come il ruolo del montaggio sia cruciale nel costruire il ritmo e l’anima del film. La collaborazione con Enrico Giovannone ha permesso di creare un respiro ampio, centrato sui silenzi e sui momenti di introspezione, elementi cruciali per catturare le sfumature emotive dei personaggi e dell’ambiente.
Per quanto riguarda i protagonisti, la scelta è ricaduta su giovani attori all’inizio della loro carriera, come Yle Yara Vianello e Zackari Delmas. La scena del ballo, nata da un’ispirazione musicale e situazionale, è rimasta come un momento simbolico del loro rapporto, offrendo una chiave di lettura diretta al pubblico sul passato e il futuro di Sara e Denni.
La carriera di Bobbio parte dal cinema documentario e questa esperienza si riflette nella gestione delle riprese, avvenute in soli tre giorni, con una troupe di professionisti di alto livello. La sfida principale è stata quella di mantenere viva l’essenza della storia senza lasciarsi sopraffare dalla complessità dell’apparato produttivo, privilegiando un’esperienza immersiva e condivisa, tipica del cinema che nasce dall’approccio documentaristico.
“Restare” si inserisce nell’attuale panorama cinematografico italiano, sempre più attento alle periferie e alle realtà marginalizzate, offrendo uno sguardo autentico e universale sulla provincia, spesso rappresentata in modo stereotipato. Bobbio desiderava dare voce a uno spazio spesso dimenticato, riflettendo le tensioni tra tradizione e modernità, isolamento e connessione.
Il risultato è un cortometraggio che unisce sensibilità estetica, profondità emotiva e attenzione sociale, un’opera da tenere d’occhio.
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