L’82ª Mostra del Cinema di Venezia ha offerto uno spazio di riflessione e commozione con la presentazione fuori concorso di “I diari di Angela – Noi due cineasti. Capitolo terzo”. Questo capitolo conclusivo, ricco di significato e di storia, rappresenta un’immersione nel mondo privato e artistico di Yervant Gianikian e della sua compagna Angela Ricci Lucchi. Fred Film Radio ha avuto l’opportunità di incontrare il regista e produttore Yervant Gianikian, insieme a Lucrezia Lerro, voce narrante dei pensieri e delle emozioni di Angela attraverso i suoi diari. L’intervista ha svelato i retroscena di un’opera che è al tempo stesso un testamento artistico e un racconto profondamente umano.
Ripercorrere una vita, un’opera, un amore
Yervant Gianikian ha spiegato come il progetto dei “Diari” sia stato sospeso a causa degli eventi drammatici in Ucraina, portandolo a realizzare “Frente a Guernica”, presentato a Venezia nel 2023. Tuttavia, la volontà di tornare a quel materiale, a quei 40 anni di scritti e disegni, è stata più forte. Gianikian ha sottolineato l’importanza della collaborazione con Lucrezia Lerro, che ha contribuito a mettere in luce la parte più delicata e personale dei diari, quella relativa alla malattia di Angela. Nonostante le difficoltà, Angela non ha mai smesso di creare, lasciando una promessa di continuità nel loro lavoro. Questo film, quindi, è anche un omaggio alla sua inesauribile forza creativa. La coppia ha sempre lavorato con il cinema e le installazioni; Gianikian ricorda ad esempio il loro lavoro sui Russi, mostrato a Kassel durante Documenta 14.
Lucrezia Lerro: dare voce all’anima di Angela
Per Lucrezia Lerro, l’incontro con il cinema di Gianikian e Angela è stato una vera folgorazione: una scoperta di un linguaggio cinematografico inedito e originale. Da questa esperienza è nato un percorso di studio e approfondimento, culminato in progetti come “Linea Gotica” e “Frente a Guernica”. Ma è con “I diari di Angela – Noi due cineasti. Capitolo terzo” che Lerro ha affrontato la sfida più grande: dare voce all’anima di Angela, alle sue paure, speranze e al suo coraggio di fronte alla malattia. Lerro ha descritto questa esperienza come un onore e una scoperta: il lavoro di Angela è un esempio di positività e forza. La cruda e intima testimonianza dei diari, nei quali Angela registra minuziosamente i dettagli medici della sua malattia, offre un ritratto di donna e artista di rara intensità — un esempio di come l’arte possa essere una forma di resistenza e resilienza.
Un finale aperto alla speranza
L’intervista si è conclusa con un accenno alla scena finale del film, un momento di forte impatto emotivo in cui Yervant Gianikian e Angela appaiono insieme, rivolti verso il mare. Come ha giustamente osservato Lerro, quell’immagine non necessita di ulteriori spiegazioni: parla da sé, con la forza evocativa delle immagini. Un finale che rimanda alla speranza, alla memoria e alla continuazione di un’opera che continua a vivere attraverso il cinema.
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