All’82ª Mostra del Cinema di Venezia, FRED Film Radio ha intervistato la regista Laura Samani per parlare di “Un anno di scuola”, film presentato nella sezione Orizzonti
Uno dei temi centrali di “Un anno di scuola” è la riflessione sul corpo, quello maschile e quello femminile visti dalla società in modi completamente differenti e che esemplificano molto bene il doppio standard vissuto costantemente dalle donne. Non a caso nel film la giovane protagonista, una volta ammessa nel gruppo maschile, cambia atteggiamento e diventa più mascolina anche nel modo di vestire. “C’è un travestimento in atto”, spiega Laura Samani. “Mentre scrivevo il film ho letto un saggio degli anni ’70, Ways of Seeing di John Berger, che parla proprio di questo. Il modo in cui questa cosa viene veicolata nel film è una trasformazione fisica di Fred. Quando si avvicina ai ragazzi capisce strategicamente che non le conviene indossare un vestito con le ciliegie, come nella prima scena, perché verrà fischiata e importunata. Inizia a mettere pantaloni cargo e maglioni che, in realtà, fanno anche parte della creazione di un gruppo”.
“Un anno di scuola” è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Gianni Stuparich che l’autore scrisse nel 1929 ambientandolo ai primi del ‘900. Il film, però, si muove nella Trieste del 2007. Ciò che colpisce è come quel testo, trasposto all’oggi, non abbia perso la sua forza nel raccontare un femminile braccato. Nel lavorare con i suoi giovani protagonisti, Laura Samani ha avuto modo di osservare un cambiamento di mentalità? “Ci sono sicuramente delle differenze, considerato il fatto che i ragazzi con cui ho lavorato hanno più o meno 20 anni, quindi sono passati quasi indenni dalla pandemia vissuta durante la scuola dell’obbligo”, ammette la regista. “Il che significa che hanno avuto modo di relazionarsi nuovamente con i corpi. Se andassimo a guardare a una generazione leggermente più giovane, quella dei quindicenni, il discorso cambierebbe veramente molto perché sono persone che si relazionano molto di più attraverso lo schermo. Ci sono delle differenze, ma al tempo stesso penso che l’emotività sia identica, che le adolescenze siano tutte uguali in qualche modo”.
In “Un anno di scuola” c’è una scena di sesso filmata in maniera giocosa, goffa, tenera. Una rappresentazione di un incontro intimo molto diverso da certa filmografia e serialità. “Secondo me c’è tanta diseducazione all’atto sessuale dovuto al modo in cui viene rappresentato nel cinema”, ammette Laura Samani. “La cosa principale per me era non far sembrare la scena figa, perché la bellezza di queste prime volte è che non sai come fare. Ha contribuito molto alla riuscita della scena che i due attori nella vita siano amici e quindi il loro imbarazzo e sincero. C’è stato un avvicinamento molto lento, accurato e protetto per realizzarla”.
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